Quella volta che… scrissi di un party game!
“Quella volta che…” è il gioco di carte dove dovrai inventare storie strampalate e sfidare i tuoi amici a capire come andranno a finire. Un party game ideato da QuagliaGames vincitore della prima Game Jam 2023 organizzata da Tambù e Dal Negro durante il Comicon di Bergamo e pubblicato in Italia da Dal Negro.
Come si presenta
“Quella volta che…” sta tutto in una scatolina compatta e portabilissima ovunque. Dentro alla scatola troviamo: 50 carte Parola, 20 carte Situazione, 20 carte Caos, 16 carte Scommessa, 4 carte parola bianche da personalizzare e regole del gioco. I materiali sono molto buoni. Per 3-8 giocatori di 14+ di età per un tempo medio di gioco di 20′.
Il gioco nel dettaglio
Il set up è velocissimo, metteremo al centro del tavolo i mazzi caos, situazione e parola. Distribuiamo le due carte scommessa negativa e positiva ad ogni giocatore. Poi distribuiamo ad ogni giocatore 3 parole che saranno visibili a tutti. Peschiamo 3 carte caos che rimarranno a disposizione di tutti i giocatori ed infine decidiamo il primo narratore, il quale pescherà la carta situazione e sceglierà una delle due situazioni in essa descritte. Letta a tutti la situazione scelta, e deciso se vuole utilizzare una carta caos, può iniziare la storia, cercando di includere le 3 parole assegnate. Naturalmente, ogni narratore ha un massimo di 2 minuti per narrare la storia e gli altri giocatori potranno interferire, facendo domande per fargli perdere il filo e tempo, e impedirgli di inserire tutte le parole obbligatorie. Finita la narrazione, che deve fermarsi prima di arrivare al finale, il narratore sceglierà segretamente l’esito della sua storia; lo stesso faranno anche tutti gli altri giocatori. Gli esiti saranno tenuti nascosti finché tutti i giocatori non avranno scelto. Il narratore racconterà allora il finale della storia (che potrà essere positivo o negativo) e renderà visibile la sua scelta: tutti i giocatori che avranno sbagliato la scommessa faranno ottenere al narratore un punto; quelli che avranno azzeccato prenderanno un punto ciascuno, più un punto per ogni altro giocatore che avrà sbagliato. Se il narratore sarà riuscito a soddisfare le richieste della carta caos prenderà anche i punti assegnati da essa; se invece il narratore non avrà utilizzato tutte le parole dovute, perderà un punto per ogni parola non inserita nella storia. Il gioco a questo punto passa al prossimo narratore sostituendo la carta caos eventualmente utilizzata.
Il gioco finisce quando tutti hanno raccontato una storia e vincerà chi ha accumulato più punti.
Considerazioni
Perfetto per serate in compagnia di amici o in famiglia. Dal Negro ci regala un gioco di associazione di idee, in cui più saremo capaci di raccontare e immaginare velocemente delle situazioni, più funzionerà la dinamica di scelta del finale.
Questo però è anche il suo grande limite! Mi spiego: il gioco punta sulla fantasia e sula capacità di inserire velocemente alcune parole che potrebbero essere veramente inconciliabili fra loro. Per funzionare, richiede dunque creatività, ma anche una giusta dose di ironia, perciò più il gruppo di gioco è scanzonato più funzionerà e sarà divertente. Nel giocare ho notato che alla fin fine più che votare il finale della storia, i giocatori votano la performance; infatti è capitato spesso che una storia particolarmente divertente per la bravura del narratore nell’inserimento delle parole, abbia ricevuto quasi tutti “oh yeah!” anche se era evidentemente una storia che finiva male, ma la soddisfazione per la performance ha avuto la meglio, anche sapendo di regalare punti al narratore lo si è fatto con soddisfazione!
Ad essere onesti, bisogna dire che la performance è tutto il gioco, e che spesso, la scommessa sul finale, ai giocatori ai quali lo ho proposto (me compresa), è apparsa un po’ posticcia e priva di vero criterio. Se non si gioca con abilissimi contastorie, ci si concentrerà molto sulla performance e sulla narrazione, spesso sconclusionata, e sarà molto difficile avere elementi per prevedere l’esito. In effetti il gioco funzionerebbe allo stesso modo, se si chiedesse ai giocatori, invece di scommettere sul finale, di votare la performance, verificando l’effettiva soddisfazione di quanto richiesto dalle carte caos.
In famiglia è un gioco che può aiutare i bambini ad immaginare e narrare perciò lo si può proporre anche ai più piccoli, evidentemente senza limiti di tempo, e anzi potrebbe aiutare quei bambini che sono più timidi o che hanno maggiori difficoltà ad esprimersi.
“Quella volta che…” fornisce moltissime parole e situazioni, aggiungendo anche le carte caos: abbiamo una altissima rigiocabilità anche senza cambiare le persone al tavolo; si porta facilmente fuori casa e non ha bisogno di particolare spazio per esser giocato.
“Quella volta che…” è un party game semplice, veloce da spiegare ed intavolare ma che vuole giocatori appassionati a questo tipo di meccanica!
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Laureata in Architettura, condivido la passione per il gioco da tavolo con mio marito ed i miei figli.
Ho preso in prestito il nome da un personaggio, che mi è molto simpatico ,della saga di Abarat.