Dungeon Drop: quando la geometria diventa favola
Dungeon Drop è un particolarissimo gioco nato da campagna Kickstarter distribuito da Raven distribution-uplay per 1-4 giocatori da 8 anni in su; conta al suo attivo numerose espansioni.
Un gioco in cui le dimensioni del tavolo contano!!
Il gioco
Il gioco sta in una scatola a forma di cubo (un gioco di cubetti in un cubo…)
Nella scatola, veramente contenutissima, troviamo:
35 carte suddivise in: 15 Carte Razza, 10 Carte Classe, 10 Carte Missione. Carte veramente ben disegnate e colorate. Oltre ad essere molto divertenti da vedere, risultano anche estremamente chiare e leggibili.
4 carte riferimento
4 segnalini turno
1 segnapunti
4 meeple
90 cubi standard e 3 per il solitario. I cubetti standard sono di 12 tipologie differenti, caratterizzate per colore, materiale e dimensioni. Ad esempio, i cubetti verdi rappresentano mostri (di valore diverso a seconda della dimensione… in realtà quello più cattivo è il drago, ed è il cubo più grande in assoluto di colore rosso), quelli argentati i Pilastri del Dungeon, quelli di plastica trasparente tre tipi di gemme preziose, e così via.
4 gettoni solitario e 4 gettoni collaborativo
2 regolamenti, uno per il solitario e uno per il collaborativo!
Come si gioca
Dungeon Drop prevede tre modalità di gioco : competitiva, cooperativa ed esplorazione solitaria. In tutti i casi la preparazione, velocissima, del dungeon sarà la stessa: si separano i cubetti grandi da quelli piccoli, riponendo quelli più grandi all’interno della scatola (ci serviranno più tardi). Raccolti tutti i cubi piccoli, occorrerà lanciarli sul tavolo di gioco e questa distribuzione casuale creerà il nostro dungeon con le sue molteplici stanze immaginarie, piene di mostri e tesori, di cui vi parlerò fra poco.
Si distribuiscono casualmente ad ogni giocatore: 1 carta razza ed 1 carta classe, che ci daranno delle abilità specifiche, inoltre 1 carta missione che ci indicherà i punteggi vittoria che potremo guadagnare realizzando diverse combinazioni di gemme; le carte missione sono tutte diverse così che i giocatori saranno interessati ad incamerare l’una o l’altra tipologia di gemme, secondo la carta ricevuta. Siamo pronti per iniziare la partita.
Il gioco competitivo si sviluppa per una serie di 3 turni durante i quali, in primo luogo aggiungeremo al nostro dungeon un certo quantitativo di cubi (variabile secondo il numero dei giocatori) fra quelli rimasti nella scatola, che pescheremo alla cieca e getteremo (di nuovo?!) sul tavolo.
A questo punto potremo scegliere quale stanza del dungeon saccheggiare. Qui interviene la particolarità e il gusto unico di questo gioco: l’individuazione della stanza da saccheggiare, avverrà tracciando un immaginario triangolo unendo 3 dei pilastri presenti sul tavolo di gioco: i lati di questo triangolo saranno le pareti della nostra stanza immaginaria, individuata la quale, raccoglieremo tutti i cubi (mostri e tesori), presenti all’interno. Naturalmente se ci saranno – e ce ne saranno! – dei mostri, avremo delle ferite pari al loro valore; ma le potremo curare raccogliendo cubetti-pozione In ogni caso, dovremo essere bravi ad individuare la stanza capace di fruttarci il maggior numero di gemme interessanti, minimizzando i danni rappresentati dai mostri. In questa fase potremo usare le nostre abilità specifiche che ci aiuteranno in vari modi ad ottimizzare il saccheggio.
Il gioco prosegue in questo modo fino alla conclusione del terzo turno, al termine del quale si passerà a conteggiare il valore del tesoro raccolto, tenendo conto delle indicazioni delle rispettive Carte Missioni. Il giocatore con il bottino più grande vince la partita.
La modalità collaborativa, un po’ più complessa ma ugualmente avvincente, vede tutti i giocatori impegnati nel cercare di raccogliere quanti più tesori possibili, collocando contemporaneamente il proprio meeple all’interno di una stanza immaginaria. Solo successivamente si raccoglieranno i tesori presenti all’interno delle diverse stanze. Occorre seguire una certa strategia coordinata, perché poiché ciascuno dovrà fare attenzione a non collocare il proprio meeple all’interno di una stanza individuata da un altro giocatore, al fine di ottimizzare la raccolta dei tesori. Questa modalità di gioco risulta in effetti piuttosto caotica ed è oggettivamente difficile per i miei bambini visualizzare il proprio triangolo senza intercettare quelli degli altri. Per questo tendono a non volerla giocare.
La modalità solitaria a mio avviso è ancora più interessante perché il gioco prevede dei dungeon di livello differente, per ciascuno con le sue specifiche regole di saccheggio. Starà a noi decidere di volta in volta se rimanere fermi, raccogliendo i tesori e i danni forniti al livello attuale, oppure scegliere di salire al livello nuovo, nel qual caso, dovremo raccogliere tutti i cubi e rilanciarli da capo sul tavolo! (Aridaje!!). L’aspetto positivo di questa modalità è anche dato dal fatto che, dovendo rilanciare i cubi ogni volta che decidiamo di salire di livello, potremo anche all’occorrenza cogliere l’occasione per interrompere il gioco, annotandoci il punteggio di tesori e danni raccolti fino a quel momento, e magari riprendere la partita più avanti, lasciando passare anche diversi giorni e persino settimane (sempre che non perdiamo il foglio riepilogativo).
Considerazioni:
La premessa obbligatoria per la mia valutazione è: questo gioco non lo avrei mai preso in considerazione ma mio figlio più piccolo all’epoca 5enne, lo ha voluto talmente tanto che per sfinimento lo abbiamo accontentato. In effetti è arrivato parecchi, oramai, Natali fa!
Il gioco è effettivamente assolutamente nuovo, lontano da qualsiasi altra cosa avessimo mai provato. È un gioco di avventura, ma talmente astratto che i mostri, gli oggetti e soprattutto, le stanze sono cubetti colorati.
Io lo trovo anche abbastanza spaventoso, non tanto per il tema, quanto per l’intavolamento iniziale che vuole un lancio di tutti questi cubetti sul tavolo in maniera casuale. Ogni volta che giochiamo a Dungeon Drop devo praticamente spalmarmi lungo tutta la superficie del tavolo con le braccia tese ad angolo, per creare un argine naturale con il mio corpo. A parte questo aspetto iniziale, che in realtà è molto divertente, il gioco è favoloso e, nella sua astrattezza, molto efficace.
Si tratta di un titolo adatto sia a giocatori casuali sia ai bambini, Le diverse modalità di gioco aggiungono varietà , permettendo esperienze diverse e mai ripetitive. Trovo inoltre che Dungeon Drop sia uno stimolo interessante per sviluppare capacità di visualizzazione geometrica, nonché le abilità di calcolo necessarie per ottimizzare il saccheggio. La sua astrattezza stimola fortemente la fantasia dei bambini, che dovranno immaginarsi l’avventura, la stanza, il mostro e così via… insomma, nel gioco, la geometria diventa favola. Naturalmente è facile che sorgano controversie nella definizione geometrica delle stanze, e soprattutto nella identificazione dei tesori e dei mostri effettivamente presenti al loro interno. Ma per ovviare a questo inconveniente, basterà tenere un righello a portata di mano.
La velocità del setup e della spiegazione lo rendono senza dubbio un filler molto facile da intavolare, se non fosse per il lancio dei cubi che richiede necessariamente un piano di gioco abbastanza grande, oltre che un pavimento non troppo colorato in caso di caduta cubetti (nella vecchia casa avevamo il classico marmittone, non si contano le diottrie perse cercando in controluce i vari cubetti caduti a terra).
Il gioco ancora oggi vanta la meccanica più particolare della nostra libreria e ha conquistato tutti noi tanto che abbiamo decisamente attenzionato anche le espansioni, che prima o poi arriveranno senz’altro a fargli compagnia. Insomma per me è un sì, soprattutto se vi piace immaginare le avventure e non avvertite la necessità di uno scenario predefinito sul tavolo, e ancor più se vi piacciono i cubi e amate lanciare cose a caso.
La versione solitaria è un punto a favore del gioco: a mio parere è molto ben fatta e stimolante, e da un po’ di tempo anche Tommy ( l’ex 5enne che ora è 9enne) ha iniziato a giocarla: assieme a me le prime volte (lo aiutavo a valutare le scelte), ma presto in maniera del tutto autonoma.
Certamente è un gioco molto particolare, che forse non piacerà a tutti, ma sicuramente da provare almeno una volta.
Per acquistare i vostri giochi da tavolo vi consigliamo il nostro store di fiducia MagicMerchant.it
Laureata in Architettura, condivido la passione per il gioco da tavolo con mio marito ed i miei figli.
Ho preso in prestito il nome da un personaggio, che mi è molto simpatico ,della saga di Abarat.