Hues and Cues – Cosa c’è di più soggettivo del colore?
Hues and cues è un party game ma anche un pezzo importante della mia vita. Perché? Perché gli architetti amano definire i colori tramite la loro sigla alfa numerica, ed hanno costantemente queste tabelle sotto gli occhi.
Ma andiamo con ordine. Hues and cues è un party game da 3 a 10 giocatori di età 8+ per una durata di circa 30’. Intavolato occupa abbastanza spazio.
Come si presenta
Hues and cues ha una scatola quadrata classica in cui troveremo un regolamento molto semplice, una enorme plancia che contiene un tracciato dei punti e un spettro cromatico, nel quale i colori sono individuati mediante una griglia di numeri e lettere. Un mazzo di carte con 4 colori per carta ed infine 30 (3 per colore) token giocatore che ci consentiranno di intavolare il gioco fino a 10 giocatori! Infine abbiamo una fustella che contiene 4 lati di un quadrato in cartoncino che andremo a montare e che utilizzeremo per calcolare i punteggi.
Il gioco nel dettaglio
Hues and cues significa letteralmente “tonalità” ed “indizi” ed il gioco sta effettivamente tutto in questo titolo. Per prima cosa si posiziona il tabellone al centro di un tavolo poi ogni giocatore posiziona uno dei 3 token giocatore scelto sul percorso del punteggio, si definisce il primo di turno e si può iniziare a giocare!
A turno un giocatore pescherà una carta dal mazzo e potrà scegliere uno dei 4 colori in essa rappresentati. Cercherà allora di indirizzare gli altri giocatori nell’individuazione di quel colore sulla griglia, utilizzando una parola ad esso associata, che naturalmente non potrà contenere il nome di un colore, né far riferimento ad oggetti e vestiti presenti nella stanza. In senso orario gli altri giocatori cercheranno di indovinare il colore suggerito collocando un token su una casella del tabellone; naturalmente il suggeritore non dovrà mostrare nessun tipo di emozione né fare commenti sul posizionamento. Quando tutti avranno posizionato il loro token, seguendo la sola unica regola che impedisce a due token di trovarsi su di una stessa casella, il suggeritore potrà scegliere se dare un secondo indizio o meno. Il nuovo indizio dovrà essere di due parole (con le stesse regole di prima tipo non citare nomi di colori: grigio topo ma anche non dare indizi circa la posizione rispetto ai token già posizionati tipo: più in alto).
Quando tutti i giocatori in senso orario avranno posizionato il loro secondo token sul tabellone si procede al conteggio usando il “quadrato dei punti”. Il suggeritore, e cioè l’unico che conosce le coordinate del colore da indovinare, posizionerà il quadrato in maniera tale che il quadratino del colore giusto sia nel mezzo così da ottenere che i lati del quadrato seguano il filo di 3 caselle per ciascun lato. I token che si troveranno dentro al quadrato otterranno: 3 punti se sulla casella centrale (e cioè il colore esatto), 2 punti su tutti gli altri; i token esterni, ma adiacenti ai lati del quadrato dei punti, otterranno invece 1 punto. Il suggeritore otterrà punti equivalenti al numero di token presenti all’interno del quadrato.
Quando tutti avranno fatto da suggeritori la partita finisce e il giocatore più avanti sul tracciato dei punti, sarà proclamato vincitore.
Considerazioni
Hues and cues è un gioco di una semplicità favolosa, cosa c’è di più facile di far capire un colore? TUTTO!
Scoprirete al tavolo che definire un colore è la cosa più complicata che potrete fare in una serata, scoprirete che per i vostri amici una melanzana ha un colore che può tranquillamente coprire lo spettro del verde, del viola, del blu ma anche del rosso passando per il giallo, insomma scoprirete che nessuno sa veramente di che colore è una melanzana!
Tutto ciò che per voi è evidente sarà tutt’altro per i vostri amici, e non serve allargare la platea dei giocatori, noi quando abbiamo giocato in famiglia (si suppone che ci si conosca e si vedano stesse cose) in 4 abbiamo definito il colore di Hulk in maniera totalmente diversa e scegliendo quadratini dello spettro del verde in punti lontanissimi uno dall’altro; manco un eroe dei fumetti vi darà certezze in questo gioco!
Ci si renderà conto che le nostre certezze, inizieranno a vacillare nell’osservare come gli altri interpretano l’indizio fornito e inizieremo a dubitare delle nostre stesse nozioni cromatiche.
Trovo che Hues and cues sia un party game adatto per quelle situazioni in cui non tutti si conoscono, perché non richiede un particolare affiatamento, anzi la mancanza di sintonie cromatiche renderà il gioco ancora più divertente.
Totalmente indipendente dalla lingua, ma assolutamente dipendente dal lessico. Può essere giocato dai bambini con estrema facilità: magari facendo loro scegliere direttamente dal tabellone il colore che vorranno far indovinare, senza la complicazione della griglia; viceversa, l’interpretazione delle coordinate sulla griglia può essere un esercizio molto utile per i bambini della scuola primaria.
Sono assolutamente certa che dopo una partita ad Hues and cues non vedrete più i colori come prima, e se vi troverete a ristrutturare casa, avrete un atteggiamento molto più comprensivo verso quel poraccio di arredatore che si presenterà con miriadi di mazzette di colori (apparentemente tutti uguali) per capire che colore avete in testa, perché dire semplicemente grigio avrete scoperto che non aiuta affatto!
Un aspetto importante del gioco è la (ma guarda un po’) grafica del gioco. Sul tabellone i colori sono ravvicinati, mentre nelle carte trovate 4 spot colorati su fondo nero: vi renderete conto fin da subito che il colore della carta sembrerà diverso dal corrispondente colore sul tabellone, ma vi assicuro che non ci sono errori. Questo dipende dal fatto che lo sfondo nero vi fa vedere il colore nella sua purezza, mentre sul tabellone lo stesso colore è affogato in mezzo a tutta la gamma delle sue sfumature. Ma questo è anche il punto centrale del gioco, perciò l’unico consiglio che posso darvi è quello di vedere l’effetto sulla carta ma poi verificare anche l’effetto sul tabellone per dare indizi più semplici ai giocatori che non vedranno il colore “puro” della carta ma ne vedranno tutte le tonalità.
Il gioco si spiega in un attimo, il materiale è buono, la fustella che compone il quadrato del punteggio è abbastanza resistente ed avendo un suo posto nella scatola non dovrebbe rompersi facilmente, anche perché una volta montata non si smonta più. La quantità di colori è enorme e la fantasia associativa anche di più, perciò è un gioco che può essere molto vario. Come tutti i party game basati su indizi dati dai giocatori, se giocato troppo spesso con le stesse persone, rischia di diventare troppo semplice o ripetitivo, ma se abbiamo l’occasione di coinvolgere persone nuove questo gioco è perfetto. Lo vedrei anche molto bene in situazioni di gioco in ambienti lavorativi per il team building, perché ci obbliga a sforzarci di capire cosa ha in mente il suggeritore.
Unico limite è il daltonismo, mi spiace per i daltonici ma lo spettro dei colori a loro è precluso e sono gli unici che sono scusati se sono insensibili alle difficoltà di un arredatore.
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Laureata in Architettura, condivido la passione per il gioco da tavolo con mio marito ed i miei figli.
Ho preso in prestito il nome da un personaggio, che mi è molto simpatico ,della saga di Abarat.