Pikit; quando i mecha giocano a carte!
Pikit è un gioco di Corentin Brand per 2-4 giocatori di Età 8+, edito da Asmodee. La durata del gioco è di circa 20’ e il setup per nulla ingombrante (si gioca pure sul pouf…).
Come si presenta:
Pikit sta in una scatolina veramente contenuta, molto resistente e dalla grafica accattivante. La scatola è semi lucida, un dettaglio apprezzabile.
Nella scatola troviamo: 2 dadi numerici e colorati a 6 facce, un mazzo di carte composto da mostri chiamati Kaijū (怪獣) e 6 carte robot giganti chiamate Mecha (メカ), inoltre abbiamo 6 talloncini in cartone double face; da una parte troviamo il disegno dei due dadi con uguale numero e dall’altra l’indicazione del punteggio di fine partita (sempre 15! Ho apprezzato molto il fatto che qualunque punteggio extra sia 15, si ricorda facilmente!). Poi, una serie di segnalini malus -3 sempre in cartone, e 4 carte riepilogative da distribuire ai giocatori. Completa il tutto un organizer che sfileremo dalla scatola: questo, oltre ad offrirci un setup di gioco già pronto, ci consentirà di utilizzare la scatola come vassoio per il lancio per i dadi. Qui troverete un dettaglio veramente top: essendo concepita come vassoio per il lancio dei dati, la scatola è disegnata anche internamente (con rappresentazioni di un ambiente di città); inoltre, sul fondo (prima coperto dall’organizer), ospita un pratico ed elegante tappetino nero che aiuterà a gestire il lancio dei dadi. Una volta terminato il gioco, l’organizer consentirà di riporre ogni cosa in buon ordine, pronto per essere nuovamente sfilato ed iniziare subito una nuova partita. Insomma, cura editoriale veramente ottima!
Dettaglio del gioco:
Il gioco si spiega molto rapidamente, e altrettanto velocemente – e aggiungerei facilmente – lo si capisce.
Il set up si fa mettendo le 6 carte Mecha al centro del tavolo, queste carte presentano ciascuna una coppia di dadi di pari valore in ordine crescente da 1+1 a 6+6; ad ogni carta si associa poi il relativo talloncino di cartone, che servirà ad indicare il possessore di ciascun Mecha.
Si mescolano le carte Kaijū (se si gioca in due, verranno tolte due carte per colore dall’1 al 8) che mostrano un valore a 1 a 11 ed in alcuni casi delle icone “effetto speciale” . Ogni giocatore pesca da questo mazzo una carta per volta fino ad ottenere una somma pari o maggiore a 10; dopo di che si pescano le prime 8 carte e si posizionano visibili in mezzo al tavolo; si mettono in posizione comoda per tutti la scatola-vassoio con i dadi ed i talloncini -3 punti. Ogni giocatore prende la carta riepilogativa e si può iniziare a giocare!
Obiettivo del gioco: acquisire più carte possibili, ma soprattutto mantenerle fino alla fine del gioco. Chi avrà il punteggio più alto vince la partita.
Nel suo turno ciascun giocatore lancia i dadi, innescando effetti di vario genere:
I dadi restituiscono due numeri diversi: il giocatore potrà raccogliere dal tavolo una carta del valore corrispondente alla somma oppure alla differenza dei dadi, oppure potrà raccogliere due carte di valore corrispondente a quelli dei dadi. Se, ad esempio, otteniamo un 3 ed un 4, possiamo scegliere di prendere dalle carte Kaijū visibili sul tavolo una carta 3 ed una carta 4 (se presenti); oppure una carta di valore 7 (3+4) o ancora una carta di valore 1 (4-3). Naturalmente, ogni volta che si prende una carta, questa sarà rimpiazzata a fine turno da una nuova carta pescata dal mazzo.
I dadi restituiscono due numeri uguali: possiamo prendere dal tavolo le carte nello stesso modo spiegato sopra ma in più, se è ancora in tavola, potremo prendere il Mecha corrispondente, assieme al relativo talloncino di cartone che metteremo di fronte a noi, per ricordare agli altri giocatori che lo possediamo.
Se il Mecha è già posseduto da un altro giocatore, potremo sperare di acquisirlo pescando una carta dalla mano di quel giocatore. In ogni caso la carta pescata dovrà essere mostrata a tutti. Se poi riusciremo a pescare effettivamente una carta Mecha, ci impadroniremo anche del relativo talloncino.
Avremo anche la possibilità, subito dopo aver tirato i dadi, ma prima di prendere una qualunque carta, di scartare una carta dalla nostra mano per applicarne l’effetto.
Gli effetti, chiaramente riassunti sulle carte riepilogative, possono essere:
ritirare i dadi: 1 o entrambi, a propria discrezione (carta 2);
rubare una carta dalla mano di un giocatore (carta 4);
pescare la prima carta dal mazzo e aggiungerla alla propria mano (carta 5);
modificare il risultato di uno dei dadi tirati (carta 7).
Altre carte innescano invece effetti che si attivano in altri momenti del gioco.
- La carta di valore 1 conferirà punti vittoria aggiuntivi al giocatore che ne possiederà il maggior numero di esemplari
- La carta 3, sventa i tentativi di furto da parte degli avversari. Se rubata da un altro giocatore, innescherà il proprio potere difensivo: il “ladro” dovrà prendere un malus – 3 e a scartare la carta appena rubata.
- La carta 6 annulla gli effetti di una carta giocata da altri (viene giocata durante il loro turno).
- La carta 8 innesca un effetto-calamita al momento della pesca: chi fosse nelle condizioni per prenderla, acquisirà infatti anche tutte le altre carte 8 eventualmente presenti sul tavolo.
Infine non poteva mancare la carta-Jolly (carte 9, 10 e 11), quella con il punto interrogativo, che ci consentirà di applicare uno dei precedenti effetti a nostra scelta.
Il gioco termina quando non avremo più carte da pescare dal mazzo Kaijū. A questo punto basterà contare i punti, conteggiando 15 punti, per ogni Mecha in nostro possesso, aggiungendo i valori delle carte nella nostra mano, un eventuale bonus per la maggioranza di carte 1, e naturalmente sottraendo eventuali malus -3 ricevuti nel corso della partita.
Considerazioni:
Pikit mi ha sorpreso: pensavo potesse piacere ai miei figli ed è il motivo per cui ho voluto prenderlo, ed in effetti li ha conquistati già alla prima partita. Non pensavo fosse un titolo per i miei gusti ed invece lo trovo molto piacevole e carino, è uno dei pochissimi giochi che ha messo d’accordo tutti e 4 a casa.
Il tema dei fumetti è assolutamente azzeccato e ci piace moltissimo: la grafica è veramente molto bella, i mostri ed i robot hanno tantissimi dettagli e mio figlio (il più grande) continua a ripetere che sono fighi!
Pikit è un ottimo filler family! Velocissimo e capace di mettere al tavolo età diverse senza creare squilibrio nella meccanica di gioco.
Il materiale è molto buono, le carte sono spesse e resistenti i dadi sono molto belli.
Ma ora veniamo alle meccaniche del gioco: c’è evidentemente molta alea nel tiro dei dadi, ma tutto è ben equilibrato sia dal fatto che potremo decidere come utilizzare i risultati, sia dal fatto che possiamo scegliere di scartare le carte per ottenere gli effetti. La possibilità di rinunciare a un dato punteggio per attivare un certo effetto, trovo sia veramente un punto a favore della meccanica e rende la partita più interessante: saremo portati a valutare di volta in volta cosa vale la pena fare ed in alcuni casi, se ad esempio i dadi non ci permettono di raccogliere carte in alcun modo, potremo sempre tentare di applicare qualche effetto speciale per sbloccare la situazione. Un altro stratagemma utile consisterà nel riempirsi di 3, e così sperare di riempire gli altri di malus.
Si potrebbe pensare che alcune carte siano troppo forti rispetto alle altre. Ad esempio si può immaginare che, non essendo specificato il contrario, un giocatore potrebbe accumulare dei 7 per scartarli negli ultimi turni per fare incetta di mecha ancora sul tavolo, assicurandosi ogni volta 15 punti (contro 7). Questo scenario è tutt’altro che facile da realizzare: in primo luogo occorrerà prendere i 7, cosa già di per sé non facile e poi in secondo luogo basterà che gli avversari siano un po’ attenti ed abbiano tenuto dei 6 da giocare come contro misura. L’unica carta veramente sbilanciata, secondo me, è l’8, perché i suoi effetti non si attivano scartando ma al momento della pesca, e quindi non può essere contrastata. Potrebbe capitare un turno molto fortunato in cui si riescano a prendere anche 32 o più punti con un solo lancio di dadi. Dopo tutto è sempre un gioco di fortuna! Inoltre agli avversari resterà comunque la possibilità di farvi più male possibile (E lo faranno, ne sono certa).
Pikit è un gioco in cui potenzialmente l’interazione è molto bassa – ad esempio nel caso in cui nessun giocatore scelga di sacrificare le carte per danneggiare gli altri, preoccupandosi solo di fare punti; non credo però che ci sia veramente un giocatore che non si lasci tentare da questa possibilità.
Il gioco ha una longevità molto alta, data dal fatto che le partite sono sempre diverse fra loro: impossibile avere tiri dei dadi e pesca delle carte identici.
Indipendente dalla lingua, ha icone chiarissime che non hanno bisogno di spiegazioni particolari, e la carta riassuntiva è tutto ciò che serve alla prima partita.
Pikit è un gioco veloce e divertente: sicuramente dà il meglio di sé con il giusto gruppo di giocatori, ma credo sia anche un titolo che si può far provare con successo praticamente a tutti.
Pikit è l’esempio perfetto per dimostrare che non servono regolamenti complicati per ottenere giochi divertenti, cattivi, con una buona miscela di ragionamento e fortuna.
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Laureata in Architettura, condivido la passione per il gioco da tavolo con mio marito ed i miei figli.
Ho preso in prestito il nome da un personaggio, che mi è molto simpatico ,della saga di Abarat.