Alibi – Recensione
“Il colpevole ha un alibi e l’innocente non ce l’ha”
Non solo i grandi appassionati di Sherlock Holmes o Hercule Poirot sognano un’avventura a occhi aperti, soprattutto se vi è un caso da risolvere che mette in campo differenti attori, al fine di smascherare il presunto colpevole. Senza scomodare scrittori sacri e personaggi entrati ormai nell’immaginario collettivo, perfino i giochi da tavolo hanno dato la possibilità di cimentarsi come provetti investigatori e l’ultimo teste passato sotto la lente ha un nome specifico: Alibi – 3 delitti intricati. Edito interamente in italiano dalla DV Games e ideato da Antonello Lotronto, quest’esperienza catapulta il gruppo seduto al tavolo all’interno di una sessione infarcita di intrighi e sospetti, dove nessuno è ciò che dice di essere, ma al contempo cercherà di convincere tutti gli altri a non avere un movente, bensì un alibi perfetto.
Titolo: Alibi – 3 delitti intricati
Anno: 2023
Autori: Antonello Lotronto
Illustratori: Emanuele Desiati, Alessandro Manzella, Martin Mottet
Editore italiano: DV Games
Genere: Party Game, deduzione, investigativo
Numero Giocatori: 4 – 6+
Durata: 60 minuti
Età: 14+
Longevità: Bassa
Rigiocabilità: Nulla
Livello di apprendimento: Basso
Dipendenza dalla lingua: Alta
Proprio come in un romanzo di Agatha Christie, le vicende narrate partiranno sempre da un contesto ben specifico, così come l’ambientazione, in modo da calare l’atmosfera e rendere l’esperienza più coinvolgente. Prendendo spunto dalle più celebri opere letterarie, Alibi si snoda in una serie di round dove ciascun personaggio, interpretato dai giocatori, partecipa attivamente alla risoluzione degli eventi, fino ad arrivare all’epilogo e smascherando l’artefice del delitto. Riuscirà il colpevole a farla franca?
Dentro il libro
La scatola di Alibi contiene al suo interno tre avventure giocabili separatamente, rappresentate da un mazzo di carte ciascuna e tutte con il medesimo numero di carte. Oltre al regolamento in italiano, per ognuna delle ambientazioni ritroviamo:
3 Carte Introduzione – 40 Carte Sospettato – 7 Carte Detective – 11 Carte Indizio – 2 Carte Soluzione
Le carte sono sprovviste di finitura in tessuto di lino. Nonostante ciò, non è indispensabile munirsi di apposite bustine protettive in quanto non si effettuerà alcun mescolamento.
Ciò che un uomo può inventare, un altro può scoprire
Tutto partirà dalla decisione iniziale dei commensali. Una volta scelto di comune accordo, oppure casualmente, una delle tre ambientazioni disponibili, si procederà all’assegnazione dei Sospettati. Ciascun giocatore potrà selezionare il mazzetto relativo al proprio personaggio da interpretare, compreso il ruolo di Detective (disponibile in partite da più di cinque giocatori). Le carte non andranno mescolate e avranno tutte un ordine per essere utilizzate.
Successivamente si disporranno sul tavolo le undici carte Indizio che serviranno, quando richiesto, per far conoscere alcune dinamiche condivise a tutti i partecipanti. A questo punto basterà leggere ad alta voce il contenuto delle carte Introduzione, necessario a far comprendere il contesto e quanto accaduto nello scenario utilizzato, nonché fare la conoscenza dei personaggi coinvolti.
Il gioco si articola in cinque round prestabiliti. A ognuno di questi corrisponde una carta dal mazzo del Sospettato (relativo al proprio alter ego), quindi partendo da colui che possiede il simbolo di partenza sulla carta (nella fattispecie, una stella) la discussione inizierà fino a giungere alla naturale conclusione: additare il colpevole e vincere di conseguenza, oppure avanzando ipotesi errate e perdere la partita.
Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova
Nonostante il modus operandi sia facilmente intuibile, Alibi incarna il concetto moderno della risoluzione di un enigma, sospettando di tutti, anche di sé stessi. Come nella maggior parte dei romanzi a tema, il colpevole entrerà in scena al termine e solo uno dei commensali lo sarà, ma la sua identità non verrà menzionata all’inizio della partita. Paradossalmente, nemmeno l’assassino saprà di esserlo, almeno fino alle battute finali dell’avventura.
Il round segue sempre lo stesso schema:
- Nuova carta: in base al round corrente si pesca dal mazzo personale la carta relativa che contiene le informazioni necessarie per il round in corso;
- Discussione: tutti i giocatori interagiscono attivamente nel porre domande e rispondere sulla base di quanto specificato sulle carte personali;
- Fine delle dichiarazioni: quando il giocatore ha esposto il contenuto della propria carta, può riporla coperta sul tavolo, indicando che ha terminato ciò che è scritto;
- Fase finale: giunti al quinto round si procede con la risoluzione del caso, altrimenti si ricomincia con la prima fase.
L’anatomia delle carte segue la stessa struttura. Vi è indicato il Nome del sospettato, il Numero del round al quale la carta fa riferimento, le Dichiarazioni pubbliche da far conoscere agli altri, un Segreto da rivelare solo se espressamente richiesto e degli Indizi eventuali da palesare. Entrando nello specifico del round, i giocatori leggeranno una sola carta (relativa sempre a quel round), dove saranno contenute le Dichiarazioni da esporre. Non essendoci un ordine prestabilito, tutti i partecipanti possono avanzare domande specifiche a chiunque seduto al tavolo e comprenderne l’implicazione nell’intera faccenda. Le Dichiarazioni devono essere comunque esposte obbligatoriamente, mentre il Segreto potrebbe essere rivelato o meno a seconda della domanda precisa che verrà fatta al Sospettato. Tutta la discussione, perpetrata nei cinque round, farà scaturire il termine dell’indagine composta da:
- Rivelazione: ciascun giocatore leggerà in segreto la propria carta corrispondente e prenderà coscienza del proprio ruolo, ovvero Innocente o Colpevole;
- Esposizione dei fatti: ogni partecipante avrà diritto a un minuto di tempo per poter ricostruire la propria visione degli eventi, fornendo il suo alibi e accusando un altro Sospettato;
- Votazione: simultaneamente verrà additato un giocatore (tranne sé stessi) di essere colpevole e di conseguenza si decreteranno i vincitori.
Nulla è più innaturale dell’ovvio
Tra Escape Room portatili, investigativi a tema Lovecraftiano, indagini a ruoli nascosti ed eliminazioni di lupi, Alibi mescola un po’ le carte aggiungendo quel pizzico di imprevedibilità che risulta ben amalgamata con il contesto. Nessuno dei partecipanti sa di essere il Colpevole, se non nella parte finale dell’avventura (o almeno non nei primi round), quindi si instaura un’aura di diffidenza e capacità di comprendere il ruolo di ogni partecipante. Il punto di forza aggiuntivo è quello di fornire il proprio alibi ed essere particolarmente convincente, al fine di sviare le indagini e far incolpare qualcun altro.
Ovviamente, trattandosi di un gioco puramente narrativo, non sarà possibile rigiocarlo, ma al contrario di tanti deduttivi tascabili il suo contenuto resterà intonso. Nulla vieta comunque di partecipare passivamente per far divertire un gruppo differente. Anche la scalabilità esiste, ma non funziona al meglio. Fondamentalmente, Alibi è concepito per essere goduto appieno in almeno cinque giocatori, ma vi è una variante anche per quattro Sospettati. Un codice QR (dirottando su un PDF) presente sul regolamento farà selezionare un personaggio che verrà escluso dalla lista dei sospettati e quindi sarà possibile selezionare solo quelli proposti. Al contrario, per più di cinque giocatori sarà necessario utilizzare il mazzo relativo al Detective, entità unica (a prescindere dai giocatori aggiuntivi che collaboreranno tutti insieme) che ovviamente non potrà essere l’assassino, ma che concorrerà alla risoluzione del mistero, effettuando domande come di consueto. La durata di ogni sessione, indicativamente, si protrae in poco più di un’ora (a seconda dei partecipanti), ma può estendersi maggiormente a seconda del proprio modo di giocare.
Tutta l’intera vicenda può essere vissuta in totale libertà. Ci si può limitare a leggere il contenuto delle Dichiarazioni presenti sulle carte o provare a recitare una parte (sempre restando attinenti al contenuto di suddette carte). Ne consegue che Alibi strizza l’occhio ai murder mistery contemporanei con quel rimando alle “Cene con delitto” adatte a serate differenti, ma che intrattiene di gusto in virtù dei tre casi molto interessanti e intriganti. Il merito è anche di un regolamento chiaro e immediato, capace di far comprendere le dinamiche del gioco pur senza mostrare il contenuto e rovinare la sorpresa delle sceneggiature. Alibi è orientato a tutte le tipologie di giocatori, sia neofiti che amanti del genere, dove le poche regole e la facilità di comprensione possono far felici tutti coloro seduti al tavolo, ma farà osservare gli altri in modo differente…
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