Fuori dal tunnel dell’hype #2. Viaggio nell’Oniverse.

Sei ancora qui, dunque. Non esiti a infilare le mani nella polvere, non temi che ti colga insana passione per giochi che non potrai reperire agevolmente. E non sei alla ricerca dell’ultima novità che tutti debbono avere, per lo meno non la cerchi qui.
E se non è la prima volta che sbirci nella tana del Giocatore Fuori Moda, sai benissimo che troverai solo dispiacere e dolore: il dispiacere dello scoprire cosa è sfuggito alla tua esperienza ludica, il dolore per il fatto che se vuoi reperirlo devi armarti di pazienza e cercare nei mercatini.

Ma rasserena il tuo cuore! Distogli la tua attenzione dal domani e gioisci, dacché oggi, qui per te, in rapida successione, parlerò dei sei giochi ambientati nell’Oniverse. Un mondo abitato da sogni e incubi, un mondo in cui potrai perderti o ritrovare la via di casa, dove ti sarà chiesto di difendere una foresta onirica da elementali, di allestire navi volanti cariche di sogni, di mantenere l’equilibrio millenario tra la speranza e la paura. Mica roba da poco, eh.

Shadi Torbey, l’autore di tutta la serie, è un belga di origine libanese nato in Germania. Attore, cantante d’opera (basso/baritono) e ovviamente autore di giochi. Insomma, è molti personaggi in uno. Forse soverchiato da tutta questa molteplicità, ha prodotto questa serie di 6 giochi cha hanno una caratteristica insolita, per il mondo del GdT: sono tutti solitari, giocabili anche come cooperativi per due persone. L’illustratrice di tutte le opere è la bravissima Élise Plessis, la cui forza narrativa emerge nelle illustrazioni dotate di un carattere unico.

Nota: la numerazione dei singoli giochi segue quella della mia pagina instagram, @giocatorefuorimoda, dove puoi trovare più scarne e veloci presentazioni singole. Se incontrate la scritta #NEW#, vuol dire che al momento della pubblicazione questi giochi non sono ancora stati postati sulla pagina instagram.


#NEW# – Onirim

Primo uscito nella serie dell’Oniverse, che da esso prende il nome, Onirim (2011 la prima edizione, 2014 la seconda, edito da Filosofia in francese e ZMan Games in inglese e tedesco) è un gioco semplice ma molto interessante, basato sul classico motore del gira una carta / fai una scelta, tipico dei solitari tradizionali.

Nel gioco sarai in trappola all’interno di un labirinto e attraverserai una ad una le molte stanze da sogno che lo compongono. Il tuo scopo sarà trovare tutte le otto porte che ti riporteranno a casa prima che finisca il tempo (ovvero il mazzo di carte), evitando fastidiosi incontri con gli incubi che contribuiranno a “macinare” il mazzo a spron battuto. Un gioco semplice ma che richiede attenzione, come ogni buon solitario, e non sarà immediata la vittoria né la possibilità di padroneggiarlo alla perfezione.

Tuttavia, quandanche dovessi arrivare a conoscere il labirinto come il bagno di casa tua (dove probabilmente stai leggendo questo articolo) sappi che la scatola comprende anche 5 (nella prima edizione) o 7 (nella seconda) espansioni utili per variare il gioco, e potrai procurartene due ulteriori – uscite in un secondo momento come promo – con un po’ di pazienza (e qualche danaro di troppo) in qualche oscuro mercatino online.


#7 – Urbion

Se non hai fallito con la fuga dal labirinto, ecco qui per te la seconda tappa del viaggio nell’Oniverse. In Urbion (2012, stessi editori del precedente) dovrai cercare di portare l’equilibrio tra sogni e incubi, tra speranze e paure, nella città onirica di Urbion. Curiosamente è l’unico gioco della serie a non avere la bella confezione quadrata medio formato con adorabile singolo meeple plastico, essendosi fermato alla prima edizione nella scatolina mini (tipo Coloretto o MammuZ, per intenderci). Altra curiosità: come vedete dalla piccola immagine in alto a sinistra nel solito collage, il gioco è inizialmente uscito come Equilibrion e solo in un secondo momento, per problemi di copyright, ha dovuto cambiar nome.

Entrambi i nomi sono comunque azzeccati, dacché l’obiettivo del gioco, che ha solo carte come materiale, è quello di giocare carte sogno (di valore positivo) e incubo (negative, ça va sans dire) accanto ai quartieri della città di Urbion, per tenerli in equilibrio. Quando i quartieri sono equilibrati, possono essere riscattati. A complicare il gioco delle carte di valore più elevato che vanno obbligatoriamente giocate dalla parte più forte di una città a scelta, o scartate per “macinare” il mazzo. E attenzione: se il mazzo finisce prima che tu sia riuscito a riscattare tutti i quartieri, ahimè, hai perso e il tuo viaggio nell’Oniverse incontra un fastidioso intoppo.

Benché sia forse il meno entusiasmante della serie, è comunque un gioco piacevole, come il primo basato sulla meccanica “gira una carta, fai una scelta”.


#4 – Sylvion

Con Sylvion (2015, soliti editori) farai un passo avanti nel mondo dei sogni. Un elementale del fuoco particolarmente incazzoso si fa beffe delle tue vane difese e manda i suoi molto molesti figlioli a bruciare la bella foresta onirica, trasformando i meravigliosi alberi fantastici in lande desolate e bruciate. Se non vuoi bruciare nei tuoi stessi sogni, ti conviene fermarlo, che mica è finito il viaggio.

Sylvion è il più classico dei tower defense, un tipo di gioco più frequente nei videogame che nei boardgame. Potrai opporre agli aggressori animali fatati, alberi e fontane, ma ti avverto: i dannati elementali sciamano in maniera particolarmente fastidiosa e presto sentirai mancarti il fiato. Il gioco è tutt’altro che un semplice solitario che puoi vincere senza esperienza, al primo tentativo: occorre ponderare bene ogni singola scelta, e il gioco te ne pone parecchie… considera che ogni carta che giocherai a difesa della foresta ottiene un effetto positivo, ma va pagata scartando carte e quindi indebolendo la tua mano. Ad aggiungere ulteriore strategia e scelte difficili, un curioso ma efficace draft che produce un’originale fase di deck building.

Il gioco ha diverse modalità di gioco ed espansioni contenute nella scatola base, e come per Onorim potrai comunque impazzire per cercare di reperire l’ulteriore espansione uscita come promo. Che se c’è qualcosa di peggio di collezionare costosi giochi nuovi, è collezionare introvabili espansioni vecchie. Forse Sylvion è il più bel gioco della serie, quindi qui vale proprio la pena di avere tutto.


#3 – Castellion

Una volta dimostrato il tuo valore salvando la foresta dei sogni, ti verrà chiesto un ulteriore sforzo, ovvero organizzare le difese dell’Oniverse, in Castellion (2015, indovina gli editori), un altro gioco dotato di un sacco di espansioni (ma stavolta tutte contenute nella scatola, solo quella devi cercare).

In questo gioco ti verrà chiesto di realizzare costruzioni difensive in vista di una serie di tre assalti al castello, facendoti aiutare da diversi clan di costruttori, e facendo attenzione agli infiltrati. Che poi significa cercare di realizzare sequenze di esattamente quattro tessere dello stesso colore in orizzontale, verticale e a quadrato. Regole di piazzamento e infiltrati che avvicinano gli attacchi rendono più difficile riuscire nell’impresa, una piccola pila di tessere sicure, e i poteri delle tessere quando vengono scartate vengono in tuo soccorso. Le mie prime tre partite, due nella modalità più semplice (esercitazioni) e una al livello base, sono finite invariabilmente con una immane disfatta. Quindi no, non è elementare vincere… oppure sì, sono proprio scarso.

Colgo l’occasione, giunti a questo punto, di segnalarti che tutti i giochi dell’Oniverse, a parte Urbion e la prima edizione di Onirim, sono contenuti in scatole piuttosto belle, con inserti in plastica talvolta floccata, che si aprono sempre in maniera simpatica, con fogli fustellati che lasciano intravvedere figure stampate sul manuale di gioco.


#21 – Nautilion

Superato il labirinto, pacificata la città, salvata la foresta, difeso il castello, penserai che sia tempo di tornare a casa. Ma nemmeno per… sogno. Ce n’è ancora, da fare. In Nautilion (2016, Ravensburger… no, scherzo, i soliti Filosofia e ZMan Games) che nella famiglia dell’Oniverse, occupa il ruolo del gestionale di dadi, dovrai condurre la tua nave (il Nautilion, appunto), tra le isole felici e l’abisso.

A ogni turno si lanciano tre dadi che vanno divisi tra il Nautilion, la nave fantasma (il nemico che corre verso le isole felici, puntando a ridurre il numero di mosse a tua disposizione, e la darkhouse, un faro che espande oscurità anziché luce (Shadi, anche tu, però…) togliendoti segnalini “riserva”, che sono indispensabili per non ingolfarti di tessere inutili e lanciare incantesimi che ti aiuteranno a manipolare la sorte.

Il tuo compito è coprire il viaggio tra le isole felici e l’abisso riuscendo nel frattempo a reclutare la tua ciurma (ovvero raccogliendo segnalini numerati da 1 a 9). Rendono più longevo e vario il gioco la solita corposa quantità di espansioni e le diverse Nautilion utilizzabili, via via più difficili. Torbey riesce ad adattare al solitario / cooperativo per 2 e a compattare in una piccola scatola un altro archetipo ludico. Bravo. Bravo perché il gioco è bello, e bravo anche per l’esercizio di stile.


#NEW# – Aerion

Compiuto il viaggio per nave, ora devi pensare più in grande: è tempo di volare nei cieli dei sogni! Aerion (2019… sai già di chi) è l’ultimo dei giochi di Shadi Torbey fin qui usciti. Gli abitanti dell’Oniverse ti chiedono di costruire delle navi volanti attraverso un meccanismo di set collection guidato dai dadi, all’interno di possibili scelte esposte. L’obiettivo è, realizzando configurazioni di dadi (tris, doppia coppia, full, scala eccetera) procurarti materiali, progetti e ciurma (i soliti sogni e incubi dell’ambientazione). Esteticamente bello come gli altri, veloce, interessante e sfidante in base a quali e quante delle molte espansioni presenti nella scatola deciderai di mettere in gioco.

E finalmente, concluso anche questo viaggio tra i cieli del mondo dei sogni, sei libero di tornare a casa, ma a differenza di Paul e Nina* potrai rituffarti in questo mondo quando vorrai, riprendendo il viaggio daccapo.


Chiudiamo qui, per oggi hai visto abbastanza. Vedo nei tuoi occhi che non vuoi ancora abbandonare l’hype, per volgerti con altero snobismo e sdegnante superiorità a soffiare via polvere da una ignota scatola tedesca di fine anni ’90. Ma lo farai. Oh sì, lo farai. Il tuo viaggio fuori dal Tunnel dell’hype è appena cominciato.

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