Tapestry – Il nostro parere
INTRODUZIONE
Prima regola di Tapestry: non parlare di Tapestry.
Ora che la bolgia mediatica si è praticamente dissolta, vorrei esprimere il mio parere su un titolo che è stato penalizzato, secondo me, da una pubblicità fuorviante e da un prezzo non proprio a portata di tutti.
Amo i lavori della Stonemaier Games, Scythe in primis, seguito a ruota dal bellissimo Euphoria, ecc, ecc.
Questa azienda ci ha abituati a prodotti di qualità superiore, al di fuori di qualsiasi campagna Kickstarter, con illustrazioni meravigliose e gameplay scorrevoli e facili da apprendere.
SPECIFICHE
Autore: Jamey Stegmaier
Giocatori: 1 – 5
Durata: 90 / 120 min.
Età: 12+
Pubblicato da: Stonemaier Games, in Italia da Ghenos Games
IL NOSTRO PARERE
Dopo questa introduzione, arrivo al dunque. Ho cercato, una volta scoperta l’uscita di Tapestry, di evitare ogni commento per godermi il gioco senza preconcetti di nessun tipo. Non ho potuto. Nel web e nella comunità ludica si è riversato un fiume in piena di critiche, lodi, anatemi e chi più ne ha più ne metta, per questo gioco di “civilizzazione light” che prometteva ai giocatori di far crescere la propria civiltà, dall’invenzione del fuoco al viaggio nello spazio, nel giro di appena due ore.
Essendo fan dei civilization games, Through The Ages su tutti, sono rimasto attonito ed ho pensato: “stai a vedere che il caro Jamey ha tirato fuori un’altra chicca delle sue”. Poi sono apparse le immagini delle tanto criticate miniature degli edifici che mi hanno ricordato le case dei Puffi di noi bambini degli anni ’80. Aiuto!
Ho creduto in Jamey e nella Ghenos, ho aspettato il titolo in italiano e finalmente l’ho provato.
Regolamento perfetto. Breve, chiaro, conciso, con tantissimi esempi, 4 pagine, letto in 10 minuti e già eravamo pronti per giocare.
A grandissime linee, lo scopo è far crescere la nostra civiltà spendendo risorse per avanzare nei 4 tracciati: scienza, tecnologia, esplorazione e militare. Ogni tracciato ci permetterà di sbloccare bonus ed effettuare azioni specifiche a seconda della sua tipologia. Potremo piazzare tessere sulla mappa centrale per esplorare nuovi territori o conquistare quelli altrui aggiungendo nuovi avamposti, scoprire nuove tecnologie, tentare tramite esperimenti di effettuare scoperte scientifiche, costruire edifici per riempire la mappa personale che rappresenta il nostro villaggio, sbloccare le puff-miniature che ci permetteranno di coprire spazi più ampi e così via, il tutto per effettuare più punti vittoria e più combo possibili alla fine di 5 ere.
Ogni giocatore inoltre, ha una propria civiltà con poteri speciali, da scegliere tra le tante disponibili e che darà l’imprinting alla partita e alla strategia di gioco.
Motore di tutto, le carte Tapestry che rappresentano gli avanzamenti della civiltà e la via che questa andrà a percorrere, dal Rinascimento, al Totalitarismo, al Socialimo ecc.
Non mi sto a dilungare sul regolamento, ho dato solamente un’infarinatura perché immagino lo conoscano anche i sassi.
Passiamo ai materiali: spettacolari!
Le plance giocatore (forse troppo sottili), le carte rappresentanti le varie civiltà e le plance città sono di un materiale piacevolmente ruvido al tatto, sembra quasi la carta vetrata sottile, quella da rifinitura.
Le miniature generali sono in plastica, ben sagomate, fanno il loro dovere, cubetti in plastica, tessere in cartone solido e puff-miniature colorate veramente carine e belle al tatto.
Le illustrazioni di Mr.Bosley che dire: ECCELSE!
Arrivo alla fine. Cosa ne penso? Non mi pare un gioco di civilizzazione.
Non ho mai percepito la mia civiltà crescere perché il focus di Tapestry è nelle combo, nell’avanzare sui tracciati giusti al momento giusto, prima o dopo gli altri giocatori.
Le carte Tapestry sono fondamentali per i loro effetti sulla partita (se arrivano quelle giuste) non per farmi sentire nel Rinascimento o nel Totalitarismo ma perché giocare quella carta offre benefici.
Le carte tecnologia, forse sono quelle più “a tema” perché si possono attivare solo se la propria o le altrui civiltà hanno raggiunto determinati traguardi.
Attaccare qualcuno implica semplicemente spostare una pedina e sperare che l’avversario non abbia una carta trappola. Niente calcoli di potere o tiri di dadi.
Il minigioco della costruzione della nostra capitale è divertente perché dovremo piazzare edifici in modo da completare righe e colonne ma finisce li. Alle righe e alle colonne.
Secondo me, l’errore di base è stato definirlo un Civilization Game. Tolto questo è un gioco valido, divertente con una buona dose di strategia e pianificazione.
Dovremo crearci un buon motore di produzione per sbloccare un income sempre più sostanzioso ma soprattutto cercare di passare all’era successiva nel momento giusto visto che potremo farlo solamente 4 volte durante la partita.
Grossa pecca: se un giocatore finisce la partita prima degli altri, visto che i passaggi tra ere sono indipendenti da civiltà a civiltà (WHAT!!?), intanto va a bersi uno spritz al bar.
In ogni caso, scevro da ogni connotazione, mi ha lasciato voglia di rigiocarlo per provare altre civiltà e altre strategie. I turni solo veloci, spendo una o più risorse e avanzo su un tracciato, oppure balzo nell’era successiva, mi prendo risorse e punti e riparto da capo. Ci sono pochi punti morti, PdA a parte.
Gira bene anche in due giocatori. Dovremo aggiungere lo Shadow Empire, un terzo giocatore automa che andrà a darci non poche noie.
Per quanto riguarda il gioco in solitario non saprei. Per me è una modalità che in generale non esiste…
Molto probabilmente la durata è un suo punto di forza. In due giocatori la partita è durata un’ora circa e in tre giocatori si è aggirata attorno alle due ore perché ci siamo persi a leggere più civiltà e a capire il loro funzionamento e bilanciamento. A proposito di questo, la Stonemaier Games ha pubblicato su BGG una errata corrige con tutti i bilanciamenti per alcune civiltà che erano troppo forti rispetto ad altre… la domanda nasce spontanea: migliaia di partite di playtest e mi vendi delle civiltà sbilanciate? Mah…
Qui arriviamo al punto: vale il suo prezzo? Per i materiali probabilmente si anche se le tanto criticate puff-miniature sono un mero orpello estetico. La variabilità al setup è alta, ci si può giocare tante volte combinando le varie civiltà, il colpo d’occhio durante la partita soddisfa l’ego e fa dimenticare la carta di credito ferita. Diciamo che hanno confezionato un bel pacco regalo.
Penso che questo gioco possa diventare una pietra miliare? NO. Lo aspetto in vendita sui mercatini a breve per andare a soddisfare la prossima nuova brama ludica. Le pietre miliari sono li, salde, sullo scaffale, usate, usurate e sempre a portata di mano. Amen
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